Il nuovo anno porterà con sé una nuova tassa sulla casa, o meglio, una modifica importante su una vecchia e odiata imposta.
In attesa del nuovo anno, il Governo ha deciso di affrontare molti provvedimenti e su più fronti. Lo abbiamo visto con l’introduzione delle nuove sanzioni legate al Codice della Strada, entrate in vigore qualche settimana fa, e lo abbiamo visto con la proroga, l’eliminazione o la modifica di molti bonus sociali e di bonus legati alla casa.
A proposito di casa, a partire dal prossimo 1 gennaio 2025 una vecchia e poco gradita imposta sulla casa subirà una importante modifica, che magari potrebbe togliere il sorriso a tanti contribuenti. Per recuperare denaro, è stato deciso di aumentare una tassa sulla casa, un’imposta che ha già subito diverse modifiche nel corso degli anni. Di cosa si tratta?
Parliamo dell’IMU sulla casa, l’imposta sulla proprietà di un immobile, ormai relegata soltanto ai possessori di due o più immobili. Dal prossimo anno l’importo dell’IMU da versare sarà diverso, a causa delle nuove aliquote applicate all’abitazione e del nuovo calcolo di imposta che dovrà seguire regole diverse da quelle che conosciamo.
La modifica potrebbe portare a un netto aumento della tassa, ma in certi casi si potrà avere l’effetto opposto, ossia una piccola diminuzione sul versamento. Per quale motivo? Le aliquote IMU 2025 saranno determinate in base a un nuovo sistema, incentrato su alcune caratteristiche che dovranno essere individuate dalle singole amministrazioni, anche se le linee guida sono sempre dettate dal MEF.
In tutto ciò, il calcolo per il versamento e per le aliquote viene semplificato, snellendo molte pratiche per i singoli Comuni. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha disposto, lo scorso 6 settembre, l’applicazione di una nuova direttiva, la quale entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio 2025 e che farà fede a un adempimento guidato grazie all’applicazione informatica e a regole uniformi.
Se fino ad oggi i singoli Comuni hanno potuto introdurre numerose variazioni grazie all’autonomia tributaria, il prossimo anno tutto sarà diverso, con i quasi 8 mila Comuni italiani che dovranno approcciarsi all’aliquota standard. Tuttavia, il singolo Comune potrà esercitare il suo diritto a regolamentare la tassa, pur tenendo fede alle direttive imposte a livello nazionale.
Dunque, nel 2025 l’IMU prevederà l’adeguamento di aliquote standard per ogni immobile che il Comune intende aumentare o diminuire. Ogni Comune, a inizio anno, fissa le proprie aliquote, grazie alla delibera del Consiglio Comunale. Ma dal prossimo anno i Comuni potranno scegliere tra 128 diverse voci disponibili, per poter adattare e standardizzare la tassazione sugli immobili.
A stabilire le categorie di immobili è come sempre l’ente locale. Il nuovo applicativo entrerà in vigore nel 2025 in fase definitiva per tutte le categorie di immobili, come l’abitazione principale A1, A8 e A9, i fabbricati rurali, i fabbricati del gruppo catastale D, i terreni agricoli, le aree fabbricabili, e gli altri immobili fabbricati non appartenenti al gruppo catastale D.
Delle 128 tipologie di immobili assoggettati all’imposta, saranno introdotte ulteriori varianti, tra cui immobili residenziali, immobili commerciali, immobili per la produzione di energia e immobili destinati a scopi pubblici, come scuole, ospedali, edifici del Comune. L’introduzione di questa ulteriore suddivisione, visto che comporta maggiori dettagli, potrebbe portare anche a un incremento della tassa stessa, anche se ciò non è sicuro.
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