Quante volte abbiamo visto o sentito parlare dell’inaugurazione di una nave e dell’usanza di rompervi contro una bottiglia di champagne? Ma dove nasce questo rituale e che significato porta con sé?
Nel tempo, la cerimonia della bottiglia da schiantare sullo scafo della nave nel momento della sua inaugurazione è diventata carica di significato. Oggigiorno, è un appuntamento immancabile: la folla si accalca e le voci si accumulano l’una sull’altra. L’atmosfera è carica di tensione dovuta all’attesa del grande evento. Questo rituale richiama secoli di storia, eventi e curiosità intessuti intorno al settore nautico. Ma come possono la forza e la stabilità di una nave essere collegati alla fragilità di una bottiglia di vetro?
Il varo di una nave, ossia l’attimo in cui dopo la fase del cantiere viene messa in acqua per la prima volta, è molto più di un atto tecnico: è un rito che unisce tradizione, superstizione e il desiderio umano di controllo sull’imprevedibile. Lanciare una bottiglia contro lo scafo è il culmine di un rituale che affonda le sue radici in epoche antiche, quando il mare era un dominio sconosciuto e minaccioso. Ogni viaggio rappresentava una sfida, un salto verso l’ignoto, e la sicurezza delle navi dipendeva spesso più dalla fortuna che dalla tecnica.
Schiantare una bottiglia al varo di una nave: il significato
Per i popoli del passato, affrontare il mare significava confrontarsi con la potenza delle divinità. Gli antichi greci e romani, ad esempio, veneravano Poseidone e Nettuno, divinità che governavano le acque. Per ottenere il loro favore, venivano organizzati riti che includevano il sacrificio di animali, il cui sangue scorreva sulle navi appena costruite, a simboleggiare una benedizione e una richiesta di protezione. Era un modo per placare il mare e chiedere il permesso di attraversarlo.
Con il passare dei secoli, molte cose cambiarono. L’arrivo del cristianesimo trasformò radicalmente questi rituali. I sacrifici di sangue furono abbandonati e sostituiti con gesti più simbolici, come l’uso di acqua benedetta o del vino, a simboleggiare il sangue di Cristo. Nonostante queste trasformazioni, il significato originale del rito rimase intatto: un atto di rispetto verso la forza del mare e un augurio di protezione per chi avrebbe navigato.
La cerimonia, nella sua forma moderna, iniziò a prendere forma intorno al XVIII secolo. Fu in questo periodo che si diffuse l’usanza di utilizzare una bottiglia per il rituale. All’inizio si trattava di bottiglie contenenti vino o liquori locali, ma con il tempo lo champagne divenne la scelta privilegiata, grazie alla sua associazione con feste e celebrazioni. Il gesto di rompere la bottiglia non era solo simbolico: l’effervescenza dello champagne rappresentava un augurio di gioia e successo, una sorta di buon auspicio per la nave e per il suo equipaggio.
La cerimonia della bottiglia di champagne contro lo scafo della nave
Un elemento centrale della cerimonia è la figura della madrina, spesso una persona di spicco o una celebrità, incaricata di lanciare la bottiglia. Il suo ruolo non è solo quello di officiare il rito, ma anche di conferire prestigio all’evento, rendendolo un momento memorabile per tutti i presenti.
Eppure, non tutto va sempre secondo i piani. Non è raro che la bottiglia, lanciata con forza contro lo scafo, non si rompa al primo colpo. Questo piccolo imprevisto, che potrebbe sembrare insignificante, è spesso carico di tensione. Nel mondo marinaro, è considerato un cattivo presagio, un segno che potrebbe anticipare difficoltà o sventure per la nave. Anche se la logica ci dice che si tratta solo di coincidenze, la superstizione gioca ancora un ruolo importante nelle cerimonie di varo.
Un caso famoso è quello della Costa Concordia, la nave da crociera il cui tragico naufragio nel 2012 è ancora vivo nella memoria collettiva. Durante la cerimonia di varo, avvenuta anni prima, la bottiglia di champagne lanciata dalla madrina non si ruppe al primo tentativo, alimentando successivamente le credenze popolari su quel piccolo incidente. Episodi simili hanno contribuito a rafforzare l’idea che il rituale del varo sia legato al destino della nave, anche se le cause reali di questi eventi drammatici sono ben più complesse.
Cattivo presagio se la bottiglia non si rompe
Un’altra storia spesso citata riguarda il Titanic, il transatlantico affondato nel 1912. Si dice che la bottiglia non si sia infranta durante la cerimonia di varo, vedendo in questo un presagio del suo tragico destino. In realtà, questa è una leggenda: la compagnia proprietaria del Titanic, la White Star Lines, non seguiva l’usanza di rompere bottiglie per battezzare le sue navi. La storia, resa celebre da un film degli anni ’50, è quindi priva di fondamento, ma continua ad alimentare il fascino e il mistero attorno a questa antica tradizione. Nonostante le superstizioni, il varo delle navi rimane un evento celebrativo, un momento di gioia che segna l’inizio di una nuova avventura.