Olio d’oliva, c’è una scadenza che devi tassativamente rispettare: perché è importante consumarlo entro 18 mesi
Senza l’olio d’oliva, gran parte delle nostre preparazioni culinarie, per non dire quasi tutte, non avrebbero ragione di esistere. D’altro canto, non esiste piatto di pasta o taglio di carne che, una volta cucinati, non possano essere impreziositi da un filo d’olio che conferisca loro maggior sapore.
Al netto del fatto che il prezzo di questo bene culinario stia lievitando ormai da mesi, fare la spesa e non includere una bottiglia d’olio tra gli acquisti è un pensiero neanche lontanamente accettabile per i più.
Quando si acquista una bottiglia d’olio, solitamente, si tende a credere che, della scadenza, non occorra preoccuparsi. In realtà, c’è un limite tassativo oltre il quale non bisognerebbe mai andare, se l’obiettivo è quello di consumare un olio di oliva che preservi le sue proprietà.
Prima di occuparci della scadenza, iniziamo con l’analizzare la dicitura. Quando parliamo di olio di oliva, che differenza c’è tra quello considerato vergine e quello che, invece, viene detto extravergine?
Sulla base del regolamento (Cee) n. 2568/91 dell’11 luglio 1991, l’olio extravergine di oliva “non deve avere un’acidità superiore allo 0,8% per 100 ml di prodotto“. Quello vergine, al contrario, deve avere un’acidità “non superiore al 2% per 100 ml di prodotto“.
L’olio vergine, infatti, è un prodotto che si ottiene dalla combinazione di oli di oliva vergine e oli raffinati. I quali, dunque, sono andati incontro a un processo di raffinazione per eliminare qualunque traccia di difetti chimici.
In genere, la scadenza che si legge sulle bottiglie di olio di oliva è differente da quella in cui potremmo imbatterci con altri tipi di prodotti. Consumare questo prodotto entro una certa soglia, in genere di 12/18 mesi, significa principalmente preservarne le proprietà organolettiche.
Al netto di ciò, consumare l’olio di oliva anche dopo la scadenza dei 18 mesi non comporta problematiche di salute, come invece potrebbe capitare se superassimo la data di scadenza di prodotti come il latte.
È altrettanto vero, però, che non tutti gli oli di oliva si preservano allo stesso modo. Ad allungare ancora di più la durata dell’olio, infatti, interviene la presenza di polifenoli, sostanze chimiche naturali che, nell’olio, sono naturalmente presenti. Scopriamo, dunque, in che misura i polifenoli sono collegati alla conservazione dell’olio.
Un olio più duraturo nel tempo è un olio che abbia un’alta percentuale di polifenoli. Queste sostanze, nella fattispecie, preservano le proprietà antiossidanti del prodotto, nonché il gusto e l’odore.
Un olio con una quantità minima di polifenoli, dunque, risulterà dal sapore fruttato, e avrà una data di scadenza che si aggirerà attorno ai 12 mesi. Un olio con un valore medio o alto di polifenoli, invece, potrebbe arrivare a durare anche fino a due anni.
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