Affitti brevi, ora cambia tutto: diventa fuorilegge e scatta il divieto assoluto, l’ha deciso il ministro
In questi ultimi anni, gli affitti brevi sono diventati una delle soluzioni più popolari per chi cerca un’alternativa agli hotel tradizionali. Se fino a qualche tempo fa la scelta ricadeva principalmente su camere d’albergo, oggi sempre più viaggiatori preferiscono alloggiare in appartamenti o case private, magari in pieno centro città o in zone meno turistiche ma ugualmente affascinanti.
Questo fenomeno ha spinto la nascita di piattaforme come Airbnb, Booking.com e simili, che permettono a chiunque possieda un immobile di offrire la propria casa a turisti, business traveller e viaggiatori occasionali.
Perché sono così amati? Semplice: offrono maggiore libertà, spesso a prezzi più contenuti, con la possibilità di vivere l’esperienza del soggiorno come veri locali. La varietà è un altro punto di forza, con opzioni che spaziano da appartamenti di lusso a piccole stanze economiche in condivisione. E non è solo una moda passeggera: i numeri parlano chiaro, con l’Italia che continua a essere uno dei paesi con il maggior numero di strutture ricettive in affitto breve.
Tuttavia, questo successo ha portato anche a una crescente attenzione da parte delle autorità locali e nazionali, che devono fare i conti con una gestione di questi flussi che non sempre rispetta le normative esistenti. Questo è il cuore della discussione che ha recentemente animato il dibattito sul tema delle key-box, strumenti tecnologici sempre più diffusi per facilitare il check-in da remoto negli affitti brevi. Ma perché il Viminale ha deciso di intervenire?
Le key-box, ovvero i sistemi elettronici che permettono agli ospiti di ritirare le chiavi senza interagire fisicamente con il proprietario o il gestore dell’immobile, sono ormai una presenza comune nelle città d’arte e in molte località turistiche. Questi dispositivi, che si trovano spesso nei pressi degli ingressi degli appartamenti o in luoghi pubblici, rappresentano una comoda soluzione per rendere il check-in più veloce e flessibile.
Tuttavia, il loro utilizzo ha sollevato numerosi interrogativi, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza e il rispetto delle normative, soprattutto in un periodo di crescente attenzione alla lotta al terrorismo e alla criminalità.
Il Ministero dell’Interno, infatti, ha dichiarato di voler “superare” il modello delle key-box, accusandole di eludere le normative di identificazione degli ospiti. In sostanza, il rischio è che, utilizzando queste soluzioni, non venga garantita un’adeguata verifica dell’identità delle persone che accedono alle strutture ricettive.
L’identificazione tramite software automatizzati, come quelli che utilizzano la biometria facciale o i codici OTP, non sarebbe sufficiente a garantire un controllo efficace, soprattutto in relazione alla normativa antiterrorismo, che impone il tracciamento e la registrazione delle generalità degli ospiti.
D’altro canto, i gestori di affitti brevi, in particolare quelli professionali, difendono l’uso di questi sistemi, sostenendo che la tecnologia disponibile oggi è altrettanto sicura quanto un incontro fisico. Tecnologie come il riconoscimento biometrico, infatti, sarebbero paragonabili a quelle utilizzate da banche o autonoleggi per garantire l’identità degli utenti, riducendo i rischi legati all’accesso non autorizzato agli spazi.
La decisione di limitare l’uso delle key-box potrebbe segnare un punto di svolta per l’intero settore degli affitti brevi. Da un lato, si cerca di tutelare la sicurezza dei cittadini e dei turisti, garantendo che ogni ospite sia identificato in modo sicuro e conforme alla legge. Dall’altro, però, la digitalizzazione ha reso queste soluzioni più pratiche, permettendo una gestione più fluida degli arrivi e riducendo il carico di lavoro per i proprietari.
Nel lungo periodo, è probabile che il settore troverà un punto di incontro, dove la sicurezza e l’efficienza tecnologica possano coesistere. L’adozione di sistemi avanzati di riconoscimento, magari in combinazione con un controllo in presenza da parte dei gestori, potrebbe essere la soluzione per conciliare le esigenze di tutti. E mentre le normative si evolvono, non dimentichiamo che la bellezza degli affitti brevi sta proprio nella loro capacità di adattarsi alle nuove esigenze del mercato, rispondendo alle aspettative di viaggiatori sempre più esigenti e tecnologici.
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