Le spese stanno diventando insostenibili per gli italiani sempre più in difficoltà: la cifra per le bollette è da non credere
Il costo della vita in Italia sta continuando a salire a livelli che sembrano quasi impossibili da sostenere per molti. Se pensiamo che negli ultimi anni, dal 2020 in poi, le famiglie italiane si sono trovate ad affrontare aumenti vertiginosi nelle spese quotidiane, il quadro è tutt’altro che roseo.
Con l’inflazione che continua a crescere e i salari che non sembrano seguire lo stesso passo, per milioni di italiani la fine del mese è diventata un esercizio di sopravvivenza. Ma cosa sta succedendo esattamente? La risposta è semplice, ma drammatica: le spese fisse, quelle che non si possono evitare, sono aumentate a dismisura, facendo lievitare in modo preoccupante la percentuale di stipendio che ogni mese finisce in bollette, alimenti e trasporti.
Nel 2023, secondo l’indagine dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, le famiglie italiane hanno speso in media ben 1.191 euro solo per le spese obbligate, che comprendono cibo, carburante e bollette. Questo ammonta a ben il 56% della spesa complessiva mensile, che si attesta a circa 2.128 euro.
Sì, avete letto bene: più della metà del guadagno di una famiglia italiana finisce per coprire queste voci di spesa, un dato che è in crescita rispetto a quanto registrato prima della pandemia. E se pensiamo che, nei primi anni del 2000, una famiglia italiana medio-borghese riusciva a risparmiare su altre voci di spesa, oggi è sempre più difficile tirare avanti senza fare rinunce.
Ma cosa include esattamente questa cifra di 1.191 euro che le famiglie italiane devono spendere ogni mese? La risposta è dolorosamente familiare: 526 euro per il cibo, un importo che per molte famiglie ormai è quasi impossibile da contenere; 374 euro per le bollette, che comprendono energia elettrica, gas e altre utenze domestiche, cifre che sono letteralmente esplose dopo la crisi energetica; e infine 291 euro per i trasporti, che comprendono i costi per la benzina, il carburante o gli abbonamenti ai mezzi pubblici. Numeri che ci fanno riflettere su quanto queste spese siano diventate pesanti e ormai insostenibili, soprattutto per chi vive in una famiglia con figli o per chi lavora lontano da casa.
Il problema principale, però, non è solo l’aumento delle bollette e dei prezzi al consumo, ma il fatto che gli stipendi italiani non sono riusciti a stare al passo. Se a ciò si aggiunge la continua erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione, il quadro diventa davvero allarmante.
I salari, infatti, sono rimasti in gran parte stagnanti, se non addirittura ridotti in alcuni settori, mentre tutto intorno il costo della vita sembra salire senza freni. Questo fenomeno sta portando molti a concentrarsi solo sulle spese essenziali, limitando drasticamente i consumi in altri ambiti.
Non tutti gli italiani, però, vivono questa situazione allo stesso modo. Le differenze geografiche in termini di spesa e reddito sono ancora molto marcate. Le famiglie del Nord Italia, infatti, tendono a spendere cifre più alte in assoluto, ma hanno anche stipendi mediamente più alti, il che li aiuta ad affrontare meglio la situazione.
Nel Mezzogiorno, invece, la spesa complessiva per cibo, bollette e carburante è proporzionalmente maggiore rispetto agli altri territori, a causa di salari più bassi e una maggiore incidenza delle spese obbligate sul reddito complessivo. Le famiglie meridionali, infatti, vedono il 59% della loro spesa mensile destinato a coprire queste voci, una percentuale ben più alta rispetto alle regioni del Nord, dove la quota è del 55%.
In Calabria, Campania e Basilicata, per esempio, le spese obbligate superano abbondantemente il 60% del reddito mensile, un dato che rispecchia l’aumento dei costi nella vita quotidiana e la difficoltà di far quadrare i conti a fine mese. Eppure, nonostante le difficoltà, il Sud non sembra vedere segnali di recupero, anzi, la situazione sembra destinata a peggiorare.
Le spese fisse che assorbono ormai metà dello stipendio sono un problema strutturale che riguarda ogni angolo d’Italia, ma forse è proprio nella fascia più vulnerabile della popolazione che il peso diventa insostenibile. Così, mentre il costo della vita cresce, gli italiani si trovano a fare i conti con una realtà che non permette più di godere dei benefici di un tempo, dove risparmiare era una possibilità e non un miraggio.
Ciò che davvero ci si chiede è: fino a quando le famiglie italiane riusciranno a sostenere questi costi? Qual è la via d’uscita da una spirale che sembra senza fine? La risposta, probabilmente, sta nel trovare soluzioni strutturali per sostenere il reddito delle famiglie, specialmente quelle più fragili, e nel ripensare un sistema fiscale e sociale che vada incontro alle reali esigenze dei cittadini.
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