Un allenatore del nostro campionato sta affrontando un problema di salute molto fastidioso: il suo racconto alla Gazzetta dello Sport
Nel calcio, si parla spesso di sfide e di vittorie sul campo, ma alcune battaglie si giocano lontano dai riflettori, contro avversari molto diversi. È il caso di un allenatore di Serie A che, dopo una stagione difficile e una rinascita professionale, si è trovato a fare i conti con un problema di salute inaspettato.
Questa è la storia di un tecnico che ha saputo affrontare tutto con determinazione, passando da momenti di grande difficoltà personale e professionale a un presente in cui, nonostante gli ostacoli, si è rimesso in gioco. Il suo nome è Roberto D’Aversa, oggi alla guida dell’Empoli.
D’Aversa è reduce da una stagione che lo ha visto al centro di episodi che avrebbero potuto segnare pesantemente la sua carriera. La sua avventura con il Lecce si è conclusa in maniera turbolenta, con un esonero arrivato dopo un episodio molto discusso: uno scontro acceso in campo con un avversario, Thomas Henry del Verona, culminato in una testata, gli è costato una squalifica e un’ombra sulla sua immagine.
Come se non bastasse, nello stesso periodo, D’Aversa ha dovuto affrontare una situazione personale altrettanto delicata: un ictus che ha colpito sua madre, per fortuna ora in via di guarigione. Tra il caos professionale e le preoccupazioni familiari, il tecnico ha vissuto un periodo di grande pressione, ma non si è mai arreso. Quando l’Empoli lo ha chiamato, D’Aversa ha colto l’occasione con entusiasmo, consapevole che quella panchina rappresentava una possibilità di riscatto. In una squadra giovane e ambiziosa, ha trovato l’ambiente ideale per ripartire e dimostrare il suo valore. Sul campo, i risultati stanno arrivando, e l’Empoli sta mostrando segnali di crescita, anche in un campionato difficile come la Serie A.
Ma proprio mentre il suo percorso professionale sembrava finalmente prendere la direzione giusta, una nuova difficoltà si è presentata sul suo cammino, questa volta legata alla salute.
Tutto è iniziato con un sintomo apparentemente innocuo. Nei giorni precedenti al problema, D’Aversa aveva notato di non sentire più i sapori, ma non gli aveva dato troppo peso. Poi, una mattina, mentre si lavava i denti, si è accorto che qualcosa non andava: “La bocca non rispondeva ai comandi”, ha raccontato.
Spaventato, ha contattato immediatamente il medico della squadra, che lo ha accompagnato al pronto soccorso. L’attesa per gli esami è stata lunga e piena di preoccupazioni: “Ho pensato a cose molto brutte”, ha spiegato il tecnico, ma alla fine è arrivata la diagnosi, per fortuna non così drammatica: paresi facciale. Una condizione che, pur non grave, ha reso complicati gesti quotidiani come bere, mangiare e perfino dormire. “Dovevo bendarmi l’occhio sinistro perché non si chiudeva di notte”, ha spiegato.
Nonostante le difficoltà, D’Aversa non ha mai abbandonato la sua squadra. Anche nei giorni più difficili, ha continuato a lavorare in panchina, cercando di non far pesare troppo la situazione sul suo ruolo. Non è stato facile, tanto che in alcune occasioni ha dovuto rinunciare a presentarsi ai microfoni, ma la sua determinazione non è mai venuta meno.
Un grande aiuto, in questo percorso, gli è arrivato dalla sua capacità di affrontare le cose con leggerezza. “Io non sono mai stato bello, ma così…” ha detto scherzando, dimostrando che l’ironia è una delle sue armi migliori. E non è tutto: il supporto della sua famiglia è stato fondamentale. “Mia figlia ride quando provo a darle un bacio e la bocca va da un’altra parte. Provo a riderci su, mi aiuta a vedere il lato positivo e a capire quanto siamo fortunati”, ha raccontato.
La sua storia è quella di un uomo che non si è mai arreso, neanche quando il cammino sembrava tutto in salita. E, nel mondo del calcio e della vita, esempi come questo sono una fonte di ispirazione per tutti.
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