Un aneddoto molto toccante, quello raccontato da Alex Del Piero su un suo vecchio compagno di squadra da sempre stimatissimo nel mondo del calcio
Nel calcio, ci sono momenti che vanno oltre il risultato, che rimangono scolpiti nella memoria per ciò che rappresentano. Alessandro Del Piero, leggenda della Juventus e del calcio mondiale, ha raccontato uno di questi episodi, legato a una delle giornate più amare della sua carriera.
Parliamo della famigerata sconfitta contro il Perugia nel maggio del 2000. Quella partita, che ha sancito la perdita di uno scudetto praticamente già vinto, è diventata simbolo di frustrazione per i tifosi juventini. Ma per Del Piero, c’è un dettaglio che supera la delusione del risultato: un gesto di Gianluca Pessotto, che rappresenta la quintessenza della lealtà sportiva.
Mancavano dieci minuti al termine della partita. La Juventus era sotto di un gol, le condizioni del campo erano disastrose a causa di una pioggia torrenziale, e l’idea di ribaltare il risultato sembrava ormai impossibile. In quel clima di desolazione sportiva, accade qualcosa di incredibile.
Il pallone esce dal campo, e il guardalinee assegna la rimessa laterale alla Juventus. È un momento di tensione estrema, ogni secondo conta. Ma Pessotto, con una calma disarmante, prende la palla e la consegna agli avversari. Perché? Perché sapeva che era stato un giocatore juventino a mettere il pallone fuori.
“Era giusto così”, ha spiegato Del Piero, ricordando il gesto. Eppure, come sottolinea lui stesso, non era affatto facile. In un contesto così drammatico, con uno scudetto che scivolava via, scegliere l’onestà sopra ogni altra cosa richiede un coraggio straordinario.
Pessotto, il leader silenzioso raccontato da Del Piero
La cosa più sorprendente, racconta Del Piero, è che nessuno nello spogliatoio si lamentò o discusse quella decisione. “Ogni sua scelta era legge insindacabile“, spiega, sottolineando quanto Pessotto fosse rispettato dai compagni, non solo per le sue doti tecniche, ma soprattutto per i suoi valori.
“Il pallone è mio oppure è tuo, e tutti in campo sanno perfettamente di chi è,” dice Del Piero. Ma non tutti avrebbero avuto la forza di rispettare questa regola implicita in un momento del genere. Il gesto di Pessotto fu tanto più significativo perché compiuto in una partita che avrebbe deciso un’intera stagione.
Per Del Piero, questo episodio è diventato un simbolo di cosa significhi essere una grande persona, prima ancora che un grande giocatore. “La differenza tra un buon giocatore e un grande giocatore è la capacità di essere decisivi nei momenti che più contano,” afferma. E questa regola non vale solo per il calcio, ma per la vita. Il gesto di Pessotto è un modello di comportamento, una dimostrazione che l’onestà e la correttezza non sono optional, nemmeno quando il prezzo da pagare è altissimo. Non era una partita qualsiasi, e non era un momento qualsiasi. Eppure, Gianluca non ha esitato.
Ci sono gesti che rimangono, che lasciano un segno. La rimessa laterale del Perugia non ha cambiato il risultato della partita, ma ha scolpito un valore eterno: la lealtà. Il calcio, come la vita, è fatto di decisioni. Alcune sono facili, altre difficili. Ma sono quelle più complicate, quelle che richiedono sacrificio, a definire chi siamo davvero. Pessotto, quel giorno, ha dimostrato che essere fedeli ai propri valori è più importante di qualsiasi trofeo.
E forse, proprio per questo, il suo gesto rimarrà nella memoria non solo di Del Piero, ma di chiunque ami il calcio. Perché, alla fine, il vero significato dello sport è tutto qui: competere con lealtà, anche quando sembra la scelta più difficile.