Talento indiscutibile all’High School, Cooper Flagg ha appena esordito nel campionato universitario con la maglia di Duke e il pubblico USA sogna già di vederlo nella Lega.
La scorsa estate, durante le Olimpiadi, il mondo intero ha compreso per quale ragione in NBA tutti ritengono che Victor Wembanyama sarà la nuova stella dell’NBA, quel prospetto atteso da tempo per raccogliere l’eredità di Lebron James, un compito che è stato pronosticato prima a Giannīs Antetokounmpo e poi a Luka Doncic.
Per un motivo o per l’altro, sia il greco che lo sloveno hanno si raggiunto vette di assoluta grandezza nei numeri e nelle prestazioni individuali (Antetokuonmpo ha anche vinto un anello), ma nessuno dei due per il momento è riuscito ad incarnare il ruolo immagine della Lega. In parte perché Lebron, alla soglia dei 40 anni, continua a inanellare prestazioni fuori dalla norma, in parte perché per carattere sono soggetti poco mediatici.
In questo il giovane francese è sicuramente più adatto al ruolo di erede del “Chosen One”, inoltre la sua prima stagione negli Stati Uniti ha confermato che il suo talento enorme ed il suo potenziale assoluto. La stessa dei San Antonio Spurs ha i numeri per dominare sia nella fase difensiva che in quella offensiva e se riuscirà a migliorare le scelte di tiro potrà davvero diventare il numero 1.
Complice l’inizio stagione in sordina, lo scontro perso con il suo rivale mediaticamente designato (Chet Holmgren), l’esordio promettente di Risacher e Dick e la crescita di altri talenti di spicco della Lega il suo nome in questo momento ha perso quotazioni sia tra gli appassionati della palla a spicchi che tra i media.
Se tutti questi fattori non dovessero bastare a impensierire la giovane stella francese, in questi giorni le luci dei riflettori sono tutte puntate su un ragazzo di appena 18 anni che ancora non ha fatto il suo debutto in NBA. Ovviamente si tratta di Cooper Flagg, da tutti già considerato il maggior prospetto degli ultimi anni del basket a stelle e strisce e sorpresa dei training camp di Las Vegas che hanno preparato la nazionale all’impegno con le Olimpiadi.
In quella occasione Cooper ha dimostrato di poter giocare al livello dei più grandi del mondo e sia l’assistente allenatore di Indiana Jim Boylen che la stella dei Suns Devin Booker ne hanno tessuto le lodi, non tanto per il talento – quello è evidente anche ad un profano – quanto per la mentalità da campione di cui è dotato: Flagg è uno di quei giocatori che ha sempre voglia di imparare e migliorarsi, poiché il suo scopo finale è quello di vincere.
Lo dimostra la scelta di andare a Duke una volta finito il liceo, università che rappresenta la tappa ideale per qualsiasi talento voglia approdare in NBA. Da quelle parti hanno visto talenti incredibili come Anthony Davis e Kevin Durant, ma anche i più “recenti” Paolo Banchero e Zion Wiliamson.
L’esperienza a Duke permetterà a Cooper Flagg di affinare il suo basket, imparare a scegliere quali sono le decisioni giuste da compiere in base al posizionamento della squadra avversaria e a quello dei compagni, ma anche di capire cosa vuol dire far parte di un contesto vincente, di una squadra in grado di contendere.
A fine stagione si dichiarerà con ogni probabilità elegibile per il draft e in NBA lo aspettano a braccia aperte, sia perché ha il talento per diventare un uomo franchigia, sia perché l’interesse mediatico che già suscita porterà dietro sponsor e visibilità in America e nel resto del mondo.
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