Antonio Conte se l’è presa con un suo predecessore dopo un gesto che non gli è piaciuto e che sembra una mancanza di rispetto
Le soste per le Nazionali, si sa, sono da sempre un nervo scoperto per i grandi club. Ogni convocazione porta con sé un misto di orgoglio e timore: da un lato, la soddisfazione di vedere i propri giocatori rappresentare il Paese; dall’altro, la paura degli infortuni e delle ricadute che spesso complicano i piani degli allenatori.
Questa volta, però, il caso ha acceso una vera e propria miccia tra Antonio Conte e Francesco Calzona, allenatore del Napoli lo scorso anno e attuale tecnico della Slovacchia.
Tutto parte da un nome: Stanislav Lobotka, pilastro del centrocampo del Napoli e giocatore insostituibile nello scacchiere di Conte. Il mediano slovacco, già fuori causa per quasi un mese a causa di un infortunio rimediato proprio in Nazionale, è rientrato solo da pochi giorni, ma non è ancora al meglio. Il Napoli lo stava gestendo con estrema cautela, puntando al suo pieno recupero in vista del big match contro l’Inter.
Eppure, nonostante questa situazione delicata, la Slovacchia non ha esitato a inserirlo nella lista dei convocati per le imminenti gare internazionali. Una decisione che ha mandato Conte su tutte le furie. Per l’allenatore, infatti, sarebbe stato fondamentale trattenere Lobotka a Castel Volturno per permettergli di recuperare con calma, lontano dagli stress delle partite e delle trasferte.
Lobotka, Morata e il rapporto complicato tra club e Nazionali
La vicenda di Lobotka non è un caso isolato, ma l’ennesimo capitolo di una saga infinita: quella delle tensioni tra club e Nazionali. Ogni anno, durante le soste, almeno un grande club si trova a dover gestire situazioni simili. Questa volta è toccato al Napoli, ma non è l’unico.
Basti pensare a quanto accaduto con Álvaro Morata, convocato dalla Spagna nonostante un trauma cranico che lo ha escluso da Cagliari-Milan. Anche in questo caso, l’allenatore del Milan Paulo Fonseca si è detto profondamente contrariato, lamentando la mancanza di sensibilità da parte della Federazione iberica.
E così, ogni sosta diventa un terreno di scontro: i club, che investono milioni sui propri giocatori, chiedono maggiore tutela; le Nazionali, invece, difendono il proprio diritto di chiamare i migliori. Un equilibrio che, al momento, sembra impossibile da trovare. Questa vicenda riporta al centro una domanda che da anni divide il mondo del calcio: come si può trovare un compromesso tra club e Nazionali? È giusto che un giocatore venga convocato anche se non è al 100%, rischiando di peggiorare un infortunio?
Per gli allenatori dei club, la risposta è chiara. Il loro interesse è proteggere i propri calciatori, garantendo che siano pronti per le competizioni più importanti. Ma per i CT delle Nazionali, la priorità è avere a disposizione i migliori, anche a costo di qualche rischio.