Viktor Gyökeres è la più bella conferma di questa stagione: segna più di Haaland, vale 100 milioni e “preoccupa” molto le big italiane…
Quando parliamo di attaccanti devastanti, i primi nomi che saltano alla mente sono sempre gli stessi: Haaland, Mbappé, Osimhen, Lautaro. Ma c’è un volto nuovo che sta facendo tremare le difese d’Europa, segnando a raffica e attirando su di sé l’attenzione dei top club: Viktor Gyökeres.
L’attaccante svedese dello Sporting Lisbona è il prossimo crack di mercato, con numeri da far impallidire persino Erling Haaland. Parliamo di 16 gol in 10 partite di campionato, conditi da 5 reti in 4 partite di Champions. Il norvegese del City? “Solo” 11 gol in 10 partite di Premier e 3 in Champions. Insomma, Gyökeres sta facendo un campionato a sé, al punto da rendere “umana” persino la macchina da gol per eccellenza.
Ma il vero tema è un altro e riguarda il mercato: Gyökeres ha una clausola rescissoria fissata a “soli” 100 milioni di euro. Una cifra che, se paragonata ai prezzi dei big sul mercato, sembra addirittura un affare. E non c’è bisogno di essere degli esperti di mercato per capire che a quella cifra si scatenerà un’asta, con i top club pronti a darsi battaglia.
Le due di Manchester sono in pole, soprattutto lo United, che ora ha Rúben Amorim in panchina, il mentore che ha contribuito a rendere Gyökeres quel mostro offensivo che vediamo oggi. Ma attenzione, perché anche Real Madrid e Barcellona ci hanno fatto un pensiero, insieme ad Arsenal e Paris Saint Germain. Insomma, tutti i grandi club d’Europa hanno già acceso i fari sullo svedese.
E qui entra in gioco una delle domande che ogni tifoso italiano si pone: c’è una possibilità che venga in Serie A? Diciamocelo, è un’illusione. Al momento, le squadre italiane non hanno la forza economica per competere con i giganti d’Europa su cifre del genere. Napoli, Juventus, Milan, Inter – squadre che magari un tempo avrebbero potuto fare follie per un giocatore del genere – oggi difficilmente possono permetterselo. E per una cifra come quella della clausola, poi, si tratta quasi di un miraggio.
La Serie A resta una grande vetrina, certo, ma la distanza economica con i club della Premier o della Liga è diventata troppo ampia. Ed è un peccato, perché Gyökeres potrebbe fare la differenza nel nostro campionato, riportando quell’energia e quella fisicità che tanto mancano ai nostri attacchi.
Ma c’è un’altra questione di cui poco si parla, ed è forse il nodo più interessante: la clausola di 100 milioni, in un mercato dove gli attaccanti top hanno prezzi astronomici, diventa un problema per chiunque abbia una punta sul mercato. Basta un semplice ragionamento per capire perché: se posso acquistare Gyökeres a 100 milioni, perché dovrei spenderne 80 per Osimhen, o magari 90 per Vlahovic o addirittura 110-120 per Lautaro?
Il rischio è che questo prezzo “relativamente basso” svaluti automaticamente altri profili, creando un vero e proprio terremoto sul mercato dei centravanti. Immaginate un club inglese con disponibilità economiche: davanti a queste cifre, preferirebbe investire su un talento in rampa di lancio come Gyökeres piuttosto che su giocatori con valutazioni simili ma con prospettive meno esplosive.
Per le squadre italiane, poi, il rischio è doppio. Se un giocatore come Gyökeres viene acquistato da un club rivale in Champions, l’Italia non solo perde un potenziale rinforzo, ma si trova anche a dover competere con chi ha fatto l’affare. Si ripropone così il solito problema: il nostro campionato non riesce più ad attrarre i top player, e ogni anno sembra che i talenti migliori vadano altrove. E la clausola di Gyökeres è una dimostrazione di quanto il mercato stia cambiando: ormai non basta più mettere sul piatto cifre astronomiche; serve anche la capacità di cogliere l’attimo e capire quando è il momento giusto per fare un’offerta.
La prossima estate si preannuncia infuocata, e Gyökeres sarà al centro di ogni trattativa. La clausola sembra un affare per molti, ma al tempo stesso rappresenta una minaccia per chiunque voglia mantenere alto il valore dei propri attaccanti. In Italia, purtroppo, resterà solo un miraggio, un rimpianto di mercato che fa male solo a pensarci. La Serie A dovrà accontentarsi di guardare, ancora una volta, come le big d’Europa si spartiscono i talenti.
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